
Mes jours de gloire, di Antoine de Bary
Ridurre la vita ad una grande bugia rende apatici e spegne le emozioni, Mes jours de gloire racconta, con semplicità e ironia, la necessità di crescere con autenticità per avere una vita felice.
Un film fresco, diretto, vero, l'opera prima del giovane regista Antoine de Bary che racconta la vita di Adrien (Vincent Lacoste), un giovane artista che sembra aver perso, insieme alla passione per il cinema, la voglia di vivere.
Un film che, attraverso l'interpretazione bella ed efficace del giovane protagonista, prova a raccontare la fatica del diventare grandi quando il rapporto con sé stessi e con le persone con le quali vivi non è più all'insegna della verità; il risultato: non ci si riconosce più.
Il film racconta, con semplicità e ironia, la difficoltà di comunizione tra generazioni, tra amici, sul lavoro, unitamente alla paura di affrontare ciò che siamo, il nostro futuro, gli affetti.
Il regista sceglie di raccontare la vita del protagonista come fosse una grande bugia ed è abile nel farti capire quanto dalla vita non si possa scappare: prima o poi devi farci i conti.
Sarà l'intervento della madre, che sceglie di raccontargli il proprio vissuto, e un educatore forte e tenace a consegnare ad Adrien la forza per uscire dall'apatia e dalla depressione restituendo il sorriso e la gioia di vivere, ridando spinta all'amore e alla speranza.
Mes jours de gloire è un film che fa sorridere e riflettere nello stesso tempo, un film nel quale, anche se in modo non voluto direttamente - come il regista ha dichiarato alla prima in sala Darsena al Festival di Venezia - fa mettere da parte la comunicazione mediata da strumenti elettronici per tornare alla comunicazione autentica dove dolcezza, sguardi, gesti diventano nuovamente importanti per imparare a vivere, a vivere bene.